giovedì 2 giugno 2011

RICORSI, NOVE SI AL CONTRIBUTO DI BONIFICA

Non è sufficiente possedere un immobile in una zona sopraelevata, rispetto al punto di raccolta delle acque, per essere esonerati dal pagamento del contributo di bonifica.
Lo ha ribadito, con ben nove sentenze pronunciate nel febbraio e marzo scorso, la commissione tributaria di Lucca, che ha bocciato senza appello altrettanti ricorsi presentati da nove cittadini che possiedono immobili nel comprensorio, avversi alle bollette del Consorzio di Bonifica Auser-Bientina.
La tesi di ciascun ricorrente si basava sull’assunto che l’immobile di proprietà non aveva ricevuto alcun beneficio di tipo idraulico, “essendo ubicato in zone a scolo naturale che rimangono asciutte senza l’intervento di opere di manutenzione di alcun tipo”. Teoria, questa, stroncata dalla commissione tributaria che, respingendo il ricorso, ha ribadito nel dispositivo della sentenza che “il beneficio ritratto da ciascun immobile inserito nel perimetro di contribuenza è il risultato di un complesso ed approfondito iter istruttorio, di natura eminentemente tecnica che essenzialmente si sostanzia in una dettagliata mappatura del territorio, redatta sulla base delle caratteristiche fisiche e idrogeologiche dello stesso. (…) Sulla base di tali elementi ha luogo il riparto della contribuenza, che risulta diversificato per ciascun immobile in ragione degli indici tecnici e di quelli economici. In sostanza, gli indici misurano il rischio e quindi il beneficio ritratto dagli immobili”.
Soddisfazione è espressa dal Consorzio di Bonifica Auser-Bientina. “Questa sentenza segue alle decine e decine di ricorsi bocciati, negli anni, dai vari gradi di giudizio – sottolinea il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi - Ma non è solo la giurisprudenza a dar ragione al Consorzio: recentemente, anche la Conferenza Stato-Regioni, in un accordo bipartisan, ha confermato la valenza dell’azione della bonifica sul territorio, quale azione finalizzata alla sicurezza territoriale, alimentare ed ambientale, ribadendo la validità dell’istituto consortile, fondato sull’autogoverno dei soggetti beneficiari delle azioni svolte. L’invito che facciamo ai cittadini, quindi, è quello di abbandonare la strada dei ricorsi, che come dimostrano i fatti non porta da nessuna parte, per concentrarsi invece, insieme al Consorzio ed agli altri enti interessati, su quelle che sono le problematiche idrauliche del territorio, e sui mezzi per risolverle”.

 
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