sabato 28 febbraio 2009

CUCINANDO E IMPASTANDO... DI CLARA ORSOLINI

Cucinando e impastando...

GRANDE SUCCESSO PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO "CUCINANDO E IMPATANDO..." DI CLARA STEFANGELA ORSOLINI

Sala del consiglio comunale letteralmente gremita sabato scorso in occasione della presentazione del volume “Cucinando e impastando” di Clara Stefanangela Orsolini, edito nella collana ‘Capannori Trentanni’ dall’amministrazione comunale. Non un semplice libro di ricette ma la raccolta di alcuni menù di famiglia.
La presentazione di “Cucinando e impastando, si è aperta con la proiezione del video “Viaggio a Capannori” di Michele Moretti ed è proseguita con i saluti del sindaco, Giorgio Del Ghingaro e un intervento di Marco Del Pistoia di Slow Food Condotta del Compitese e Orti Lucchesi. L’incontro, coordinato da Luciano Luciani, ha anche visto la lettura di alcuni testi da parte d Sandra Tedeschi con l’accompagnamento musicale di Gildo dei Fantardi e le ‘incursioni’ di Gavorchio.

VEDI LE FOTO: Cucinando e impastando... di Clara Orsolini

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PIAZZA A SEGROMIGNO IN MONTE 28/2/09 IN ONORE DI CORRADO RIDOLFI (INVENTORE)

Corrado Ridolfi

Sabato 28 febbraio erano presenti molti cittadini all’intitolazione della piazza lungo via Nuova a Segromigno in Monte a Corrado Ridolfi, inventore di una macchina, la schiodatrice o “toupie”, che ha rivoluzionato le modalità di produzione dello zoccolo. La cerimonia si è aperta con la commemorazione del sindaco, Giorgio Del Ghingaro, a cui sono seguito alcuni interventi, tra i quali quello di Ismaele Ridolfi, figlio di Corrado.
Dopo la scopertura, la targa è stata benedetta dal parroco. Alla cerimonia ha partecipato anche la Filarmonica “G. Puccini” di Segromigno in Monte, che ha eseguito alcuni brani.
Quella di Corrado Ridolfi (1909-1964) è stata una figura molto apprezzata nella frazione. Ha lavorato per molti anni, prima come operaio, poi come imprenditore, nelle fabbriche di Segromigno Monte. La sua grande passione per la meccanica lo ha portato a inventare la schiodatrice dando un contributo fondamentale alle modalità di produzione dello zoccolo, attività prevalente della zona di Segromigno.

VEDI LE FOTO: Intitolazione piazza a Segromigno in Monte in onore di Corrado Ridolfi

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domenica 22 febbraio 2009

PISCINA COMUNALE AD "ALVARO BULLENTINI" 22 FEBBRAIO

intitolazione piscina comunale

 

 

 

 

 

Con una breve ma intensa cerimonia, Domenica 22 febbraio la piscina comunale di Capannori è stata intitolata all'ex sindaco Alvaro Bullentini.

Alvaro Bullentini, scomparso nel 1998, è stato sindaco di Capannori dal 1970 al 1980 e durante il suo mandato fu inaugurata la nuova sede del Comune in Piazza Moro.
Alla cerimonia di scopertura della targa e alla sua benedizione, oltre all'attuale sindaco di Capannori, Giorgio del Ghingaro era presente Ghilarducci Olivo che fu Sindaco del nostro Comune e alcuni rappresentanti della famiglia del Bullentini.
Nella foto in basso una immagine di repertorio. L'attuale Sindaco di Capannori premiato dall'allora Primo Cittadino Alvaro Bullentini, a margine di un torneo giovanile di calcio. L'immagine fu scattata allo Stadio di Capannori, a poche centinaia di metri dal luogo dove domenica è stata scoperta la targa di intitolazione della Piscina Comunale.

Alvaro Bullentini

martedì 10 febbraio 2009

"NELLA PENOMBRA RUBATA" DI GIACOMO BINI 22 FEBBRAIO

giacomo bini

L’ho imparato a poco a poco, lettura dopo lettura, con fatica e qualche sofferenza. Sto parlando di quello che ritengo sia l’atteggiamento corretto da tenere di fronte a ogni prodotto letterario, specialmente se si tratta, come in questo caso, di una silloge poetica: intanto non interrogare compulsivamente il testo alla ricerca del suo vero senso, della sua interpretazione più fedele; poi, evitare di stabilire scale di valori, sempre opinabili e suscettibili di essere continuamente contraddette. Piuttosto è importante chiederci quali mondi quei versi possano aprirci; quali esperienze di trasformazione essi consentano; quali progetti noi abbiamo in animo di realizzare per adempiere alle aspettative di armonia, bellezza, felicità che essi, i testi e i versi, inevitabilmente finiscono per suscitare.
Considerazioni queste abbastanza ricorrenti tra i cultori della difficile arte di ‘mettere la ragione in musica’, ma che, forse, possono offrire al Lettore di Nella penombra rubata, l’ultima fatica poetica di Giacomo Bini, qualche ulteriore spunto di riflessione non banale sul significato, oggi, della comunicazione poetica.
Penso che in un tempo come il nostro, deluso e rancoroso tanto verso i grandi progetti del passato quanto nei confronti di un presente incapace di mantenere tutte le sue promesse, sia preciso compito della scrittura, e della poesia in particolare, occuparsi della fragilità degli uomini; contrastare la perdita dei ricordi, l’ambiguità, i luoghi comuni che ci piacciono tanto perché sono comodi, l’accidia morale e intellettuale. Insomma, offrire ancora motivi per una qualche umanissima speranza. Tutti temi in cui si cimenta, attraversandoli senza complessi, Giacomo Bini, non nuovo alla scrittura poetica  e capace di far risuonare con intensità le più varie corde emotive. Per esempio, un sentimento forte, riconoscente e partecipe per i propri luoghi di appartenenza “dove la natura cambia colore a ogni voltare di capo, / dal biondo del maturo grano, al rosso pomodoro, / dal bianco cavolfiore, al verde del fagiolo./”(Amata terra mia); oppure la rielaborazione, spesso sofferta e dolorosa, di ricordi privatissimi (L’Orco si nasconde), vicende d’amore (Il primo amore; Tu non mi dici mai t’amo; Un dolce profumo di camelie) e memorie familiari (Madre; Il profumo antico dei fiori). Senza trascurare ricorrenti storie d’amicizia spesso intrise di problematiche civili (ed è la vena migliore del nostro Autore), espresse con i toni tenui di passioni che conservano  ancora solo un ‘calore di fiamma lontana’: “Caro, vecchio rosso, / con la voce rughita / dalle urla di una vita / combattuta nelle piazze / o nelle assemblee fumanti / di polemiche e sigarette./ Ti vedo adesso, / caro vecchio rosso, / che il bianco / ti sfuma d’argento i capelli, / ancora a gambe larghe / in testa a un corteo, / ignorando che nella vita / tu hai già vinto.” (Il vecchio rosso).
Talora l’espressione dell’Autore assume il timbro indignato del moralista offeso dallo spettacolo ricorrente della smemoratezza collettiva (Filettole) e della violenza insensata (N.Y. 9/11). Cresce, allora, la voce del Poeta, sino a rasentare il rischio, sempre in agguato, della retorica: ma Bini dimostra di sapere ben governare il tumulto del cuore e l’affollarsi delle parole. Ed ecco che le grandi tragedie della Storia riacquistano la misura quotidiana, familiare, elegiaca a lui più congeniale, più adatta alla sua tavolozza poetica così ricca di nuances sempre accese da una vibrante, umanissima pietas.

Luciano Luciani

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venerdì 6 febbraio 2009

IL SENSO DELLE REGOLE - DIALOGO CON GHERARDO COLOMBO

gherardo colombo

RIVITALIZZARE LA COSTITUZIONE

Venerdì 6 Febbraio 2009 ore 17.30

Sala consiliare Comune di Capannori

L’OFFICINA DELLA CREATIVITA’ E L’OSSERVATORIO PER LA PACE ORGANIZZANO UN DIALOGO CON GHERARDO COLOMBO

Presiede Giorgio Del Ghingaro Sindaco
Coordina Alessandro Berutto Avvocato
Interviene Vittorio Pellegrini CapannoriCreativa

VEDI FOTO:  IL SENSO DELLE REGOLE

 
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